






Sull'origine del festival vi sono diverse teorie: una prima lo vede derivare dal neburi-nagashi, una abitudine che presero alcuni servi del clan Tsugaru, fondatore di Aomori nel periodo Edo, di camminare con lanterne nelle sere d'estate per allontanare la pigrizia e la stanchezza proprie del periodo estivo in vista dell'impegnativo lavoro di raccolta dell'autunno. Nebuta deriverebbe allora dalla parola "nenpute" che nel dialetto locale significa "assonnato.
Una seconda spiegazione viene trovata nella tradizione durante la festa di origine cinese di Tanabata di affidare alla corrente dei fiumi i tourou, candele poste su una placca di legno e circondate da carta giapponese; nel tempo tali lanterne galleggianti si sarebbero ingigantite fino alle forme attuali.
Una terza ipotesi risale alla figura di Sakanoue-no-Tamuramaro (758-811), lo shogun che incaricato dalla corte imperiale di sottomettere la popolazione indigena che abitava le regioni del nord, avrebbe fatto costruire grosse bambole per terrorizzare il nemico (un'altra versione ne vede un'utilizzo tipo Cavallo di Troia, con soldati nascosti all'interno, per tendere un'imboscata).
Nelle giornate dal 2 al 6 agosto la sfilata avviene tra le 18,30 e le 21, mentre nella giornata finale del 7 agosto sia ha una programmazione pomeridiana e alla sera i tre migliori yatai scelti vengono posti su barche che effettuano il giro del porto di Aomori con fuochi d'artificio.
Ad accompagnare i Nebuta al suono di flauti e percussioni una folla di migliaia di danzatori (haneto) al canto di "Rassera". Questi indossano l'abbigliamento ufficiale consistente in un hanagasa, grosso copricapo con fiori artificiali, yukata con maniche tirate su e fissate con cordini (tasuki), shigoki alla vita e gagashiko (campanelli) ai fianchi, okoshi rosa o azzurri sotto la gonna e shiratabi o zouri come calzature.
Video: preparazione
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